Obiettivi ed azioni del progetto LIFE Egyptian vulture sono stati illustrati alle Unità Cinofile Antiveleno del CUFA nell’ambito di un incontro di aggiornamento e qualificazione che le ha viste riunite in Toscana nel dicembre 2019.
Il capovaccaio è una specie molto vulnerabile alla presenza di esche e bocconi avvelenati e per questo la sua conservazione non può prescindere dalla prevenzione dell’uso illegale del veleno e dalla mitigazione del suo l’impatto. Per raggiungere questi obiettivi, in Italia il progetto LIFE Egyptian vulture sviluppa varie attività di sensibilizzazione e, inoltre, si avvale del supporto del Comando Unità per la Tutela Forestale, Ambientale e Agroalimentare Carabinieri CUFA per poter contare sullimpiego delle sue Unità Cinofile Antiveleno. Tale collaborazione, che sarà sancita da un accordo tra CUFA ed ISPRA, porterà le Unità Cinofile Antiveleno ad effettuare ispezioni per la ricerca del veleno nelle aree più sensibili per il capovaccaio.
Nel 2019 le UCA gestite dal CUFA sono 11 e contano 12 conduttori, numerosi agenti di supporto e 21 cani “specializzati” nella ricerca del veleno. Attivate grazie a cinque progetti LIFE (Antidoto, Pluto, WolfAlps, Medowolf e Mircolupo), le UCA effettuano ogni anno centinaia di ispezioni che portano a localizzare e rimuovere decine di carcasse o di bocconi avvelenati.
L’evento di qualificazione delle UCA, organizzato nell’ambito del progetto LIFE Pluto dal 2 al 6 dicembre 2019 nella Riserva dello Stato di Marsiliana (GR), ha dato l’opportunità ai project manager del progetto LIFE Egyptian vulture, Anna Cenerini e Guido Ceccolini, di fornire al personale CUFA informazioni dettagliate sullo stato del capovaccaio, sulla sua area di distribuzione, sulle aree di migrazione e sulle azioni che il progetto LIFE Egyptian vulture prevede per favorirne la conservazione.
Nel corso del progetto LIFE Egyptian vulture, una stretta sinergia tra ISPRA, project manager e personale del CUFA permetterà di far operare le UCA nelle aree più importanti per la specie, effettuando ispezioni finalizzate a verificare l’eventuale uso illegale del veleno.
Durante la settimana di lavoro congiunto, il personale del CUFA ha potuto anche visitare il CERM Centro Rapaci Minacciati di Rocchette di Fazio (GR), presso il quale l’associazione CERM si dedica alla riproduzione ex-situ della specie ottenendo giovani esemplari che vengono destinati al rilascio in natura.