Brutte notizie per due dei quattro capovaccai liberati in Basilicata nel maggio 2022. Quanto avvenuto dopo il rilascio ha, purtroppo, confermato che il bracconaggio rimane un’importante causa di morte e che l’impatto contro gli aerogeneratori è una minaccia che incombe sulla specie anche in Italia, così come è accertato per altre aree europee.
Alla fine di maggio i segnali ricevuti dal GPS di Flora, localizzati nella parte settentrionale della Basilicata, hanno evidenziato varie anomalie che hanno fatto scattare l’allarme. Gli ornitologi di De Rerum natura sas e diversi soci del CERM si sono dedicati alla sua ricerca e, al contempo, ISPRA ha allertato i Carabinieri forestali. Le informazioni raccolte fanno ritenere che Flora sia stata vittima di un atto di bracconaggio.
Subito dopo il rilascio Sid ha intrapreso vari spostamenti tra Basilicata e Puglia, mostrando di essere perfettamente in grado di vivere in natura. Durante i suoi erratismi Sid ha incontrato Diego, capovaccaio liberato nel 2019 ed oggetto di numerose news sui suoi incredibili movimenti: il 30 maggio i due giovani hanno sostato in contemporanea in una piccola gravina nei pressi di Santeramo in Colle (TA).
Il 18 luglio i segnali del GPS indicavano Sid fermo in un’area del comune Lavello (PZ), nella parte settentrionale della Basilicata, nella quale insistono numerosi impianti eolici. Dopo l’allerta lanciato dal Direttore del CERM Guido Ceccolini, il locale referente di Italia Nostra Vitantonio Iacoviello e il Sig. Di Ciommo, titolare di una azienda agricola limitrofa, hanno cercato e poi individuato Sid nei pressi di una pala eolica. Lo sfortunato capovaccaio è stato catturato ed affidato agli operatori del CRAS di Matera Matteo Visceglia e Mariangela Francione. Lo hanno in cura i veterinari Olimpia Lai e Flavio Pesce ma, purtroppo, Sid non potrà più volare perché la pala eolica gli ha amputato di netto una parte dell’ala sinistra ed è un caso fortuito che sia ancora vivo.
Pina è rimasta per un paio di settimane nell’area di rilascio e poi si è spostata all’estremità meridionale del Salento, in Puglia. Non appena il GPS ne ha indicato la posizione nel centro abitato di Castro Marina (LE) si è capito che l’animale era in difficoltà e sono scattati i soccorsi. Il 3 giugno Pina è stata recuperata sulla terrazza di una palazzina dalla guardia zoofila Antonio Umberto Fedele supportata dai Carabinieri forestali di Otranto e poi consegnata al Centro Recupero Animali Selvatici di Calimera (LE), dove le sono state prestate le prime cure. Risultava dimagrita ed affamata. In seguito è stata trasferita CRAS di Matera e qui si è velocemente ristabilita tanto che il 25 luglio 2022 è stata nuovamente liberata nel Parco della Murgia Materana.
Questa volta Pina si è spostata verso il nord della Basilicata, l’Abruzzo ed il Molise e si è ben adattata alla vita selvatica, come ha rilevato un gruppo di ornitologi che l’ha rispettosamente osservata e fotografata e che le ha fornito supporto alimentare (Giulia Pace della Stazione Ornitologica Abruzzese e Nicola Norante del Gruppo Molise Studi Ornitologici).
Dal quarto capovaccaio liberato, Dina, non vengono più ricevuti segnali GPS dalla metà di giugno. L’animale risultava essere rimasto nell’area di rilascio ma la sua ricerca con la ricevente VHF non ha dato esito.